I 6 passi per creare una startup di successo

Bill Gross è un imprenditore americano, fondatore di molte startup di successo tra cui IdeaLab. In un intervento a TED  riporta i risultati di una ricerca nata con lo scopo di capire quali sono le scelte vincenti per evitare il fallimento di un progetto, ed esordisce citando il pugile Mike Tyson:

“Ognuno ha un piano. Finché non prende un pugno in faccia”. Il piano è l’idea della startup. Il pugno è il cliente.

Ecco i 6 passi per creare una startup di successo:

 

1. L’idea

business idea startup

Business idea startup di successo

La startup è un’azienda che nasce per fare qualcosa di nuovo con l’obiettivo di scalare velocemente il mercato. L’idea è la base di partenza per il suo successo. Ma non basta avere un’idea geniale per vincere la competizione. Bisogna trasformarla in una business idea, in grado cioè di funzionare sul mercato e di risolvere problemi.

Max Ciociola, l’inventore di MusiXmatch, spiega in un’intervista a Marco Montemagno che una volta trovata l’idea innovativa, prima di andare alla ricerca di soldi, i fondatori dovrebbero isolarsi dal mondo per individuare tutti i fattori in gioco, i punti di forza e di debolezza, e la vendibilità.

2. I pivot

Come si trova il business sotto all’idea? Secondo Bob Dorf, investitore e innovatore americano: “le prime mille o duemila ore delle 20 mila che i fondatori dedicano alla propria creatura dovrebbero essere passate a fare pivoting, migliorare e ripetere”. Molte startup di successo (Twitter, Instagram e Paypal) l’hanno fatto: grazie ai fallimenti e, soprattutto, alla raccolta di tantissimi feedback, sia teorici che pratici.

startup di successo, feedback

Le startup di successo chiedono feedback

3. Il mercato

Conoscere il target è il modo per capire se il prodotto della startup servirà davvero a soddisfare esigenze inespresse. L’obiettivo generale è migliorare la vita degli utenti, ma non può essere per tutti. L’idea di business funziona quando sa esattamente a chi rivolgersi e punta unicamente quell’obiettivo. Certo, un’impresa in grado di abbracciare quanta più gente possibile è l’ideale per ogni imprenditore. Ma mirare a una nicchia non significa restarvi incatenati, come dimostra il caso di Star Wars.

“Se state spendendo tempo a creare un prodotto, spendete quel tempo ad essere sicuri che sia il prodotto giusto per il mercato”, Neil Patel

Un sondaggio effettuato da Fortune mostra che il 42% delle startup fallite aveva problemi di compatibilità con il mercato. In altri termini, avevano prodotto qualcosa che nessuno voleva. Per questo i feedback sono così importanti.

Secondo il libro Partire leggeri, di Eric Reis, tutte le startup dovrebbero uscire nel mondo con un prodotto minimo da presentare sul mercato. Le famose versioni Beta: non importa se non sono perfette, l’importante è che permettano di sviluppare delle metriche da mostrare agli investitori, che difficilmente compreranno il prodotto a scatola chiusa.

Ok, tutto chiaro. Ma come si fa a produrre anche solo la versione Beta quando tutto quello che si ha è il proprio cervello e pochi soldi?

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Business Plan e Pitch: la ricetta per il primo seed

4. Ricerca del primo seed

Si chiamano Angel investor, e sono imprenditori che possono fornire una piccola somma di denaro per sviluppare il primo prototipo. Per trovarli sarà necessario partecipare a ogni evento immaginabile e mai creato per le startup (Tech crunch, Innovation Lab). Per conquistarli bisognerà preparare un ottimo Pitch, una presentazione Power Point di 5 minuti in cui si introduce la business idea.

5. Il team

Per evitare i problemi del caso di GuGo, trovare il giusto co-founder è importante quasi quanto l’idea. Nell’era di internet scovare dei compagni d’avventura non è difficilissimo: ci sono gruppi su Facebook (come ad esempio Startupper), ci sono eventi dedicati o luoghi come Innovation Lab. Il consiglio più utile da dare in questo caso si trova nel libro Startupper, guida alla creazione di imprese innovative di Dorf.

Una startup di successo ha bisogno di tre persone: un hacker, un artista e qualcuno che sà come fare soldi. Uno sviluppa il prodotto, l’altro l’usabilità e il terzo deve cogliere i feedback e bisogni dei clienti.

startup team

Il team: il segreto del successo

Attenzione però: se un artista non capisce il mondo della programmazione, o un programmatore è incapace di pensare alla vendibilità di un sistema, non andranno molto lontano. Per questo il team “invincibile” è quello versatile. In molti sensi: dalla comprensione dell’altro alla capacità di cambiare direzione e riprendersi dopo una caduta.

6. Il tempismo

Il vincitore della ricerca di Bill Gross e del suo intervento a TED, è proprio questo: trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Il 42% di probabilità che la vostra impresa si trasformi in una startup di successo, è tutto qui. Seguono, nell’ordine: il team, l’idea, il business model e la riuscita della raccolta di fondi.

Airbnb, ad esempio, si è vista rifiutare finanziamenti da molti investitori. “Chi accoglierebbe mai degli sconosciuti nelle proprie case, per di più con l’obbligo di un trattamento da hotel?”. Ma non avevano calcolato che l’uscita di AirBnb sul mercato è avvenuta nel periodo in cui la recessione era al massimo, e la gente avrebbe fatto di tutto per guadagnare un po’ di più, compreso ospitare sconosciuti.

Youtube non è stato il primo esperimento di video in streaming. Solo che i precedenti erano sbarcati sul web quando ancora non c’era né la banda larga né Adobe FlashPlayer a risolvere i problemi di scaricamento. Youtube, quando uscì, non aveva neanche un business model alle spalle, era solo un esperimento.

Concludiamo con un ultimo consiglio. Secondo Neil Patel, giornalista di Forbes, ogni imprenditore dovrebbe scrivere una lettera di fallimento della startup ancora prima di lanciare il suo prodotto sul mercato. Perché “la cura per un ottimismo eccessivo è una buona dose di realtà”. Scrivere una lettera di addio servirà a lavorare con maggiore intelligenza per evitare di doverla pubblicare.

Che ne pensate, vale come punto 7?

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